mercoledì 17 novembre 2010

L'INSOSTENIBILE LEGGERZZA DELL'ESSERE

Ho letto con passione questo romanzo di Milan Kundera che mi lasciò affascinata all'epoca.
E da allora , sicuramente sbagliando, associo questo titolo alla mia voglia di sentirmi ogni tanto un essere leggero e fuggire per pochi giorni e rifugiare il mio essere nella leggerezza dell'improbabile, per poi sentire a poche ore da questa scelta l'insostenibile peso dell'agire contro coscienza.
Ma è così ...e nell'attesa sento crescere dentro l'ansia  del desiderio di mollare per poco tempo e sentirmi, sempre per poco tempo padrona delle mie scelte..illusa!
Ma cos'e questa insostenibile leggerezza dell'essere che mi invade e che mi intristisce insieme?
E' forse il bisogno di afferrare ancora ciò che stupidamente ma con responsabilità persi, ancor prima di poterne godere?
O ancora il bisogno di affermarmi e sentirmi ancora capace di pensare SOLO a me?

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